Protesi dell’anca ceramica-ceramica
La chirurgia protesica dell’anca ha ormai raggiunto standard di livello per cui viene considerata una valida soluzione in tutti i casi di dolore articolare dell’anca dovuto ad alterazioni della superficie articolare. Tali alterazioni sono, nella maggior parte dei casi dovuti all’artrosi ma, molte patologie possono rendere necessario l’intervento di protesi dell’anca anche nel paziente giovane: tra queste le patologie reumatiche, l’osteonecrosi idiopatica della testa femorale, gli esiti di fratture del femore o del bacino. La protesi d’anca è una delle procedure di maggior successo in tutta la medicina. Ogni anno in Italia si effettuano più di 100.000 interventi di protesi d’anca e, grazie ai nuovi materiali capaci di resistere efficacemente all’usura, aumenta il numero degli interventi nei giovani: Ogni anno vengono impiantate 20.000 protesi nelle persone under 65 e 5.000 in pazienti con meno di 50 anni.Una delle protesi d’anca più utilizzate è quella ceramica-ceramica. Le bio-ceramiche sono state introdotte negli anni ‘70 per risolvere problemi dell’usura della protesi d’anca nelle zone dove avviene lo scivolamento. I risultati sono sempre stati buoni e attualmente gli accoppiamenti testina-inserto in ceramica rappresentano un’ottima soluzione utilizzata in tutto il mondo. La protesi d’anca è costituita da più componenti che vengono assemblati durante l’intervento dal chirurgo per far fronte alle esigenze del singolo paziente e per ripristinare una corretta biomeccanica. La parte su cui avviene lo scivolamento della protesi è rappresentato dalla testina e dall’inserto del cotile. Allo stato attuale tra gli accoppiamenti nella protesi d’anca maggiormente utilizzati è previsto l’accoppiamento ceramica-ceramica o ceramica-polietilene. Si tratta di materiali studiati e testati nel tempo con altissimi standard di qualità e resistenza. La ceramica è diventata ormai una certezza nel campo della protesi d’anca: durissima, oggi è anche molto resistente alla rottura, l’unico difetto temuto dai medici nell’uso di questo materiale. Un recente studio ha dimostrato che la rottura è un evento che riguarda ormai 3 casi ogni mille.
Esistono due tipi di ceramica, l’allumina ceramica e la zirconia ceramica.
Entrambe sono a base di polveri, o di allumina o di zirconia, riscaldate a elevata temperatura. Le principali qualità dell’alluminia ceramica sono: la sua stabilità e l’elevato grado di ossidazione. Il suo maggiore difetto è la fragilità, che nei primi tempi dava origine a fratture della testa femorale ( ma non della componente acetabolare) nei 3-7% dei casi e per questo non più utilizzata. La zirconia ceramica presenta il vantaggio di essere più resistente a urti, compressione e flessione perché si tratta di una ceramica dispersoide in cui la propagazione delle fessure è più limitata che nell’allumina ceramica. Tuttavia, rispetto a quest’ultima è un materiale meno stabile. Utilizzando la tribologia ceramica-ceramica per evitare rotture dell’inserto acetabolare in ceramica, questo doveva avere uno spessore minimo, che condizionava notevolmente le dimensioni della testina e sembrava contro indicare l’uso della ceramica-ceramica nei pazienti pesanti o particolarmente attivi. Oggi questo problema è by-passato da una nuova tecnica costruttiva che consente di utilizzare inserti in ceramica sottili e teste, sempre in ceramica, di grandi diametri. Nei ceramica-ceramica classici, il chirurgo impianta il cotile in titanio nell’acetabolo del paziente, e quindi provvede ad assemblarvi l’inserto in ceramica. Questo miglioramento costruttivo consente di impiegare diametri della testa impensabilmente grandi, e di utilizzare la metodica sia con pazienti grandi e pesanti, sia con pazienti molto minuti senza dover impiegare testine sotto i 32mm di diametro.
La nuova soluzione è una novità sensazionale, in quanto riapre le porte all’hard-on-hard e alla testa di grande diametro per tutti i giovani.